sabato 6 luglio 2019

tappe 7, 8 e 9 - Orléans - Le Mans - Le Mont St Michel - Rennes

e così sono sul treno. a quasi 300 km all'ora il mio orologio vibra ogni minuto per avvisarmi che ho fatto 5 chilometri. non ho modo di di dirgli che ora sto viaggiando in treno, pensa ancora che sia in bici.
ma per adesso ho pedalato abbastanza.
la linea tra la Francia e l'Italia è chiusa per una frana, SNCF ha annullato il mio treno e non mi ha dato un modo alternativo per tornare a casa. qui dicono solo désolé.
comunque ero rimasto a Orleans, mi pare.
un anno fa, mi pare.
un anno fa mi rimettevo a pedalare sulla Loira, finalmente con il vento dietro, un bel vento fresco da Nordest che mi spingeva lungo il fiume e in mezzo a castelli e paeselli.
la Francia del treno non è molto diversa da quella della bici, solo più veloce e affollata di gente che non mi sorride altrettanto.
lascio il fiume quasi senza accorgermene, mi aspettavo una salita ma è talmente dolce che non c'è. ci sono i campi di grano invece, è maturo e c'è un gran traffico di mietitrebbia. il vento mi spinge fino a Vendôme, attraverso il centro storico che è bello, verde ed elegante come la piazza di Parigi.
dopo Vendôme comincio a sentire la stanchezza, soprattutto al soprassella. le strade di Francia non sono liscie, sono una serie infinita di bozzi invisibili, e alla lunga anche la bici più comoda del mondo diventa insopportabile.
a una curva, attraverso un'apertura in una siepe sento una fisarmonica, vedo un lago e un prato. entro, c'è un tendone pieno di anziani che pranzano, con una signorina che suona la fisarmonica e una che li fa cantare. mi fanno cenno di entrare, mi sorridono, ma io non so le canzoni e prendo una coca. applaudo, e mi vado a a sdraiare in riva al lago. dormo forse venti minuti, quanto basta per sentirmi bene, ma vado via a malincuore. credo che quello sia stato il punto più confortevole del viaggio.
arrivato a le mans vado subito con Fred in stazione, a chiedere come tornare a casa. désolé.
Fred e Steph sono carinissimi, mi preparano una cena sana e proteica, un paio di birre, e poi subito a nanna prima dell'ultima tappa.
temevo che sarebbe stata la più dura, invece pedalando in tre (con Fred è Michel, ça va sans dire) la giornata passa veloce, viaggio senza borse e la bici è tornata leggera. facciamo due chiacchiere pedalando, ci ingarelliamo in salita, ci fermiamo a bordo di un lago a fare un picnic con Steph e Liliane, il panino mi sembra il più buono di sempre, me mangio metà subito e tengo l'altra metà per dopo. passando dieci ore al giorno in bici ci si abitua a fare di tutto, pedalando. mangiare è normale, anche se fermarsi a mangiare è anche un modo per riposarsi. nelle discese più lunghe e meno ripide sono arrivato ad appoggiare il gomito su un ginocchio, e il mento nel polso. e riposarmi così.
il vento non è forte, ma un po' ci spinge fino a Fougères, che rispetto a vent'anni fa è diventata una cittadina turistica e curata, sembra una città fortificata in val d'Orcia.
da lì in poi l'aria cambia colore.
mancano ancora venti chilometri, ma si sente già l'odore del mare. il vento gira e si mette contro, quando in lontananza comincio a intravvedere la flèche tra gli alberi accelero, vado oltre i 30 all'ora controvento, lascio indietro gli altri. arrivare mi spinge, spingo per arrivare, ho un'energia infinita. pedalare sulla passerella è vietato, o forse no, ma andiamo lo stesso.
rido mentre pedalo fino alla fine della strada, piango quando ci arrivo. senza motivo. la bassa marea ha odore di alghe. arrivano due torinesi in bici, esausti. hanno noleggiato le bici in paese, a cinque chilometri. non devono aver mai fatto tanta strada in bici. nemmeno io.
salutiamo Michel, Steph e Liliane, siamo entrambi esausti, ci siamo meritati due birre, una galette e una crêpe a testa. io aggiungo un calvados.
oggi abbiamo fatto gli ultimi 60 chilometri su stradine in mezzo ai boschi, è sabato e non c'era traffico, abbiamo pedalato affiancati e chiacchierato, avevamo tempo, non faceva caldo, stavamo bene.
a Rennes, ci siamo presi giusto il tempo per una doccia, un giro turistico per la città, il pranzo. il bicio ora è in una borsa, sul treno. i campi intorno al treno sono uguali a quelli intorno alla bici, ma non si vedono più i chicchi del grano.

giorno 7
pedalati 169km
dislivello 822
bevuti 4.5 litri
fatta pipì 4 volte

giorno 8
pedalati 185km
dislivello 872
bevuti 4 litri
fatta pipì 4 volte

giorno 9
pedalati 61km
dislivello 245m
bevuti 2.5 litri
fatta pipì 2 volte

1233 km totali
dislivello 7431 totale
raccolti 1634 euro
bevuti 37.5 litri
fatta pipì 23 volte.





















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