mercoledì 5 giugno 2013

il bicio e l'eroica

ieri ho portato il bicio dal marnati. andare a trovarlo è come andare da un vecchio parente che non si sente mai, ma che si sa sempre che c'è, che è lì, e che due chiacchiere con te le scambia volentieri. burbero e gentile assieme.
basta l'età del bicio, per fare i conti con il tempo passato da quando l'ho conosciuto. era il millenovecentoottantasette. lo scovò mio padre, prese due mountain bike che il marnati disconobbe immediatamente, ma che ebbero il merito di farmi cominciare ad andare in bicicletta. dopo un'uscita sul naviglio pavese fino alla certosa di pavia capii che mi piaceva la strada, e che ci voleva una bici da strada. misi insieme tutti i risparmi, e nacque la prima bicicletta da corsa. l'unica a cui non ho dato un nome, me la rubarono nel giugno dell'89, mentre ero convalescente dall'incidente in auto, aveva meno di un anno di vita. per fortuna era quel (brevissimo) periodo in cui ciclobby faceva le assicurazioni sul furto delle bici, e io l'avevo assicurata. mi restituirono un milione e cento, e il marnati replicò quella bicicletta con pochissimi aggiustamenti. nacque il bicio.
il bicio ha visto la costa azzurra, la corsica, la bretagna, l'olanda, ancora la bretagna, la provenza, la puglia, l'europa dell'est, la francia fino a parigi, i balcani.
a ottobre il bicio farà l'eroica.
dovrò rimontare le gabbiette, le leve dei freni e le ruote originali, rimontare il cambio e metterla a punto per bene. coglierò l'occasione per rifare il look al bicio. per questo ieri sono andato a trovare il marnati. abbiamo discusso del colore e non siamo d'accordo.
perfetto, il bicio sarà una meraviglia. dopo quasi venticinque anni, è il minimo che possa fare.
ora è il caso che cominci ad allenarmi davvero. "l'eroica è un massacro", mi ha detto il marnati.

p.s. ho cominciato a smontare il bicio. via il manubrio, via la sella, via la catena, via i freni, via le ruote. mancano solo il movimento centrale e lo sterzo, e resterà solo quell'opera d'arte che è il telaio.
ogni volta mi impressiona constatare di quanti pochi pezzi ci vogliono per fare una bici. è il vero senso della perfezione.