venerdì 27 marzo 2020

coronavirus giorno 36

fine della quinta settimana di lavoro da casa.
siamo passati al lavaggio dei divani.
BB ha anche tolto i magneti dal frigorifero, li ha spostati sul mobile delle scope e ha pulito il frigorifero. nessuno l'aveva mai fatto. forse i magneti si usano proprio per avere una scusa per non lavare il frigorifero.
ha anche (ma questo qualche giorno fa) spremuto i limoni prima che andassero a male, e messo il succo nella vaschetta del ghiaccio. ora abbiamo i cubetti di succo di limone.
ieri sono andato a fare il mio ormai solito giro in bicicletta in mansarda. per partire con la bici sui rulli mi devo appogiare a qualcosa finché non trovo l'equilibrio, allora ho messo i rulli vicino alla mensola, così sopra ci posso anche appoggiare la borraccia, l'asciugamano e il computer per guardare un film (sulla ciclabile del naviglio invece non è possibile guardare i film mentre si pedala, un punto per il ciclismo in casa). tutto questo è bellissimo ma ha uno svantaggio: la mensola è a sinistra. quindi io devo salire in bici da destra. questo è un grave problema. avete mai provato a salire in bici dall'altra parte? intendo, non dalla parte da cui siete abituati a salire e scendere, ma dal lato opposto. è difficilissimo. è come lavarsi i denti con la sinistra, per un destrorso. impossibile. o come girare gli spaghetti in senso antiorario... lo so quello lo so fare solo io.
insomma ieri scendendo dalla bici da destra ho perso l'equilibrio, ho messo giù male il piede sinistro e ho preso l'ennesima storta. sempre alla solita caviglia. dolore immenso, gonfiore, ghiaccio eccetera. ora ho il piede in alto, lascerò passare oggi e domani, domenica riproverò a pedalare, vediamo come va. in teoria dovrebbe farmi bene.
fa ancora freddo, i fili d'erba che hanno cominciato a spuntare si sono fermati. anche la fioritura del ciliegio si è fermata a metà, spero che non gli faccia troppo danno. quest'anno vorrei mangiare le mie ciliegie.
ora scendo a fare una foto al ciliegio, la voglio mandare al mio amico giapponese.

lunedì 23 marzo 2020

coronavirus giorno 32

ieri è successo un evento epocale: abbiamo riordinato la cantina! dopo due ore di lavoro, e non so quanta polvere mangiata, ora abbiamo gli scaffali con le cose tutte messe in scatole trasparenti con sopra un'etichetta per distinguerle, e al centro una montagna di roba da buttare alta un metro e mezzo, che ovviamente resterà lì finché non potremo portarla in ricicleria, cioé fino alla fine del bloqueo.
abbiamo anche trovato una scatola e mezza di semi per il prato, chissà se sono ancora buoni.. nel dubbio proverò a spargerli appena toglieremo il telo dal prato.
i primi fili d'erba hanno cominciato a germinare, ma non tolgo ancora i teli perché nel frattempo è venuto un gran freddo, e penso che sia meglio proteggerli. domani andrò a vedere come procedono.
oggi non ho avuto granché voglia di fare, i tempi del lavoro si stanno allungando e anche la spinta a risolvere i problemi. così oggi ho fatto poco, mi sono impigrito così tanto che mi è passata la voglia di fare yoga. BB sta finendo la lezione adesso.
lei combatte la noia facendo torte, io mangiandole. siamo una squadra perfetta. in compenso sto dimagrendo, ho perso due chili dall'inizio del bloqueo, per cui non mi faccio troppi problemi.

sabato 21 marzo 2020

coronavirus giorno 30

ieri per tutto il giorno ho ascoltato musica. la radio solo a colazione, con il notiziario. la trovo fastidiosa. trovo fastidiose le polemiche, il fatto che in mancanza del calcio, che faceva di chiunque un esperto allenatore, ora sono tutti epidemiologi, medici, pneumologi, primi ministri e presidenti di repubbliche, o addirittura dittatori. del senno di poi sono piene le fosse, diceva poirot. anche io penso che si siano fatti maree di errori, ma questo lo sappiamo ora, non quando le decisioni sono state prese (o non sono state prese).
ho finito la quarta settimana di lavoro da casa, di fila. il lavoro non cambia, ma è rallentato, in parte anche per l'inadeguatezza della nuova capa. ma temo che tra un po' si comincerà a parlare della riduzione delle vendite. in compenso riceverò il mio bonus annuale.
ieri BB e io abbiamo fatto una lezione di yoga, insieme. in video con una delle sue insegnanti. mi è piaciuta la lezione e mi è piaciuto farla insieme. stando sempre in casa non ci si rende conto di quanto il corpo si abitui e si impigrisca. uscire a fare la spesa, andare in ufficio, uscire a pranzo sono anche attività fisiche, anche se non ce ne rendiamo conto. per quello mi sono dato la regola di andare in bici sui rulli ogni due giorni, e fare yoga ogni volta che lo fa BB, o quasi. forse dovrei aggiungere anche qualcos'altro. oggi scaricherò e controllerò i dati del garmin, temo che il mio consumo di calorie sia crollato. controllerò anche i passi, ma già so che sono crollati da 8000 al giorno a forse 2000, fatti in giro per casa.
abbiamo un primo amico malato. non ne farò il nome qui. l'altro ieri il farmacista l'ha sentito, lui gli ha detto che non stava bene ma non si sentiva la febbre, in casa non aveva nemmeno un termometro. il farmacista gli ha portato un kit con termometro e saturimetro, e aveva 39. ha chiamato il 112, è ricoverato. ieri mi ha detto che è sotto ossigeno, ma qualcuno è riuscito a parlargli al telefono, è già una buona notizia. 
il telefono nuovo doveva arrivare ieri e invece il corriere ha rimandato fino a lunedì, il fine settimana senza cellulare sarà lungo, ma almeno mi stacco un po' dalle notizie. continuo ad aprire i siti di notizie, sperando che ci sia qualcosa di diverso, invece non sta succedendo nient'altro in tutto il mondo. solo il virus, le polemiche, le scelte, le discussioni. non le voglio sapere più. però il telefono è anche contatto con gli amici, anche i meme aiutano a sdrammatizzare e alleggerire.
BB si è svegliata, sono le 10, è ora di fare colazione e poi la mia pedalata del fine settimana.

giovedì 19 marzo 2020

coronavirus giorno 28

28 giorni dall'inizio dell'epidemia, 19 giorno di lavoro da casa.
sarebbe il blog dei viaggi e della bici, ma forse è il caso di considerare questa situazione come un viaggio, che non si sa quanto durerà ne' dove è diretto.
non pretendo di raccontare a nessuno la situazione, ci siamo dentro tutti allo stesso modo e tutti sappiamo cosa sta succedendo. ma magari riesco a svagarmi un po', e a tenere una memoria per me stesso di questa situazione assurda.
non intendo fare la cronaca, per quello ci sono i giornali e per decenni ci saranno analisi e discussioni di quello che sarà successo. ho un orizzonte molto limitato, dato dalle quattro mura, quattro finestre, due balconi e un fazzoletto di prato.
il prato per ora non cresce. l'abbiamo seminato ormai quasi due settimane fa, ormai dovrebbero cominciare a vedersi i primi sottilissimi fili d'erba, ma ancora non si vede nulla. intanto il pesco cheerleader è fiorito, e anche i narcisi nell'aiuola.
il vicino ha preso l'iniziativa di potarmi la siepe (che non ne aveva ancora bisogno), e l'ha fatta tutta sghemba. ma non riesce a star fermo, va bene così. ricrescerà.
intanto scendere a bagnare il giardino una volta al giorno è il momento clou della giornata, ci si accontenta di questi piccoli gesti.
ieri mi è caduto il cellulare e si è rotto. schermo nero, non funziona nemmeno il touch (a parte che non saprei dove touchare). ne ho subito ordinato un altro. un po' di soldi buttati via, ma per un buon motivo; è impossibile pensare di restare chiusi in casa senza cellulare.
stamattina ho fatto un altro allenamento sui rulli, il secondo. sto cominciando a essere più a mio agio, ho anche provato a pedalare in piedi per qualche secondo ma è difficile e molto più faticoso, non ne vale la pena se non per dare qualche secondo di sollievo al soprassella.
senza il cellulare ho dovuto collegare i rulli al computer, che però non vede la fascia del cardio, allora ho usato anche il cardio dell'orologio. ci ho messo un po' poi a sincronizzare i file dei due sistemi, ma alla fine ce l'ho fatta. un'ora e cinque minuti di lavoro, non c'è male. ora che padroneggio lo strumento mi dedicherò a studiare un piano di allenamento, giusto per dare un'utilità alla cosa.

sabato 6 luglio 2019

tappe 7, 8 e 9 - Orléans - Le Mans - Le Mont St Michel - Rennes

e così sono sul treno. a quasi 300 km all'ora il mio orologio vibra ogni minuto per avvisarmi che ho fatto 5 chilometri. non ho modo di di dirgli che ora sto viaggiando in treno, pensa ancora che sia in bici.
ma per adesso ho pedalato abbastanza.
la linea tra la Francia e l'Italia è chiusa per una frana, SNCF ha annullato il mio treno e non mi ha dato un modo alternativo per tornare a casa. qui dicono solo désolé.
comunque ero rimasto a Orleans, mi pare.
un anno fa, mi pare.
un anno fa mi rimettevo a pedalare sulla Loira, finalmente con il vento dietro, un bel vento fresco da Nordest che mi spingeva lungo il fiume e in mezzo a castelli e paeselli.
la Francia del treno non è molto diversa da quella della bici, solo più veloce e affollata di gente che non mi sorride altrettanto.
lascio il fiume quasi senza accorgermene, mi aspettavo una salita ma è talmente dolce che non c'è. ci sono i campi di grano invece, è maturo e c'è un gran traffico di mietitrebbia. il vento mi spinge fino a Vendôme, attraverso il centro storico che è bello, verde ed elegante come la piazza di Parigi.
dopo Vendôme comincio a sentire la stanchezza, soprattutto al soprassella. le strade di Francia non sono liscie, sono una serie infinita di bozzi invisibili, e alla lunga anche la bici più comoda del mondo diventa insopportabile.
a una curva, attraverso un'apertura in una siepe sento una fisarmonica, vedo un lago e un prato. entro, c'è un tendone pieno di anziani che pranzano, con una signorina che suona la fisarmonica e una che li fa cantare. mi fanno cenno di entrare, mi sorridono, ma io non so le canzoni e prendo una coca. applaudo, e mi vado a a sdraiare in riva al lago. dormo forse venti minuti, quanto basta per sentirmi bene, ma vado via a malincuore. credo che quello sia stato il punto più confortevole del viaggio.
arrivato a le mans vado subito con Fred in stazione, a chiedere come tornare a casa. désolé.
Fred e Steph sono carinissimi, mi preparano una cena sana e proteica, un paio di birre, e poi subito a nanna prima dell'ultima tappa.
temevo che sarebbe stata la più dura, invece pedalando in tre (con Fred è Michel, ça va sans dire) la giornata passa veloce, viaggio senza borse e la bici è tornata leggera. facciamo due chiacchiere pedalando, ci ingarelliamo in salita, ci fermiamo a bordo di un lago a fare un picnic con Steph e Liliane, il panino mi sembra il più buono di sempre, me mangio metà subito e tengo l'altra metà per dopo. passando dieci ore al giorno in bici ci si abitua a fare di tutto, pedalando. mangiare è normale, anche se fermarsi a mangiare è anche un modo per riposarsi. nelle discese più lunghe e meno ripide sono arrivato ad appoggiare il gomito su un ginocchio, e il mento nel polso. e riposarmi così.
il vento non è forte, ma un po' ci spinge fino a Fougères, che rispetto a vent'anni fa è diventata una cittadina turistica e curata, sembra una città fortificata in val d'Orcia.
da lì in poi l'aria cambia colore.
mancano ancora venti chilometri, ma si sente già l'odore del mare. il vento gira e si mette contro, quando in lontananza comincio a intravvedere la flèche tra gli alberi accelero, vado oltre i 30 all'ora controvento, lascio indietro gli altri. arrivare mi spinge, spingo per arrivare, ho un'energia infinita. pedalare sulla passerella è vietato, o forse no, ma andiamo lo stesso.
rido mentre pedalo fino alla fine della strada, piango quando ci arrivo. senza motivo. la bassa marea ha odore di alghe. arrivano due torinesi in bici, esausti. hanno noleggiato le bici in paese, a cinque chilometri. non devono aver mai fatto tanta strada in bici. nemmeno io.
salutiamo Michel, Steph e Liliane, siamo entrambi esausti, ci siamo meritati due birre, una galette e una crêpe a testa. io aggiungo un calvados.
oggi abbiamo fatto gli ultimi 60 chilometri su stradine in mezzo ai boschi, è sabato e non c'era traffico, abbiamo pedalato affiancati e chiacchierato, avevamo tempo, non faceva caldo, stavamo bene.
a Rennes, ci siamo presi giusto il tempo per una doccia, un giro turistico per la città, il pranzo. il bicio ora è in una borsa, sul treno. i campi intorno al treno sono uguali a quelli intorno alla bici, ma non si vedono più i chicchi del grano.

giorno 7
pedalati 169km
dislivello 822
bevuti 4.5 litri
fatta pipì 4 volte

giorno 8
pedalati 185km
dislivello 872
bevuti 4 litri
fatta pipì 4 volte

giorno 9
pedalati 61km
dislivello 245m
bevuti 2.5 litri
fatta pipì 2 volte

1233 km totali
dislivello 7431 totale
raccolti 1634 euro
bevuti 37.5 litri
fatta pipì 23 volte.





















questo viaggio è un sostegno a Emergency. Per donare, visita questa pagina. donando 25€ o più puoi ricevere una email giornaliera con un link che consente di seguire i miei spostamenti durante il viaggio. mandami una mail a questo indirizzo per aderire.

giovedì 4 luglio 2019

tappa 6 - Nevers - Orleans

finalmente la Loira che mi aspettavo, con bei panorami e paesini, paesaggio vario, castelli. ovviamente non ne ho visitato nessuno, ma questa è la tappa che consiglierei a chi vuole provare a fare un viaggio in bicicletta facile. 180 km in una settimana sono alla portata anche di chi non ha mai pedalato a lungo.
appena partito vedo scuro alla mia sinistra, si prepara un temporale, lo tengo d'occhio per capire da che parte va lui, e da che parte vado io. sembra che non lo debba attraversare, ma continuo a guardarlo con sospetto. mentalmente penso a cosa fare se piove, come sistemare il bagaglio, cosa indossare. alla fine viaggiare in bicicletta è un po' come andare in barca a vela: se sai di avere quello che ti serve, e sai che stai facendo tutto quello che devi, stai tranquillo.
il temporale succhia l'aria, e ho il vento contro, come sempre.
mi fermo a la charité a mangiare qualcosa, appena riparto vedo che il temporale di è sciolto, ma inizia a piovere. cambio la mantellina (preferisco lo smanicato che mi lascia sudare le braccia e la schiena), metto i sopra scarpe, cambio gli occhiali da sole con quelli bianchi, e vado.
avrei voluto visitare Sancerre, ma con la pioggia anche un'allungatoia di un chilometro diventa fastidiosa. dopo la centrale nucleare di bonneville smette di piovere ma la pista diventa sterrata. la faccio lo stesso, è uno sterrato Molto compatto e fine, non sembra rischioso e non piove più, non c'è fango. però vado troppo piano e torno sulla statale. dopo Gien è di nuovo sterrato fino a Saint-Gondon (un bijoux), poi rinuncio di nuovo e torno sulla provinciale fino a Sully.
in questa zona ci sono molti più viaggiatori in bici, ci si saluta quando ci si incrocia, o ci si supera. c'è una coppia (maglietta rossa lui, leggins neri lei) che sorpasso e ci salutiamo, poi sorpasso di nuovo e ci salutiamo, poi li sorpasso ancora... mi sa che c'erano delle scorciatoie!
a Sully mi fermo a togliere mantellina sopra scarpe occhiali, e a mettere la crema solare perché è uscito un gran sole. decido di tagliare per la strada più breve, risparmierò forse cinque chilometri, ma soprattutto ho finalmente il vento alle spalle! sembra un miracolo, ormai non ci speravo più.

è arrivato il momento di fare due conti, ormai i chilometri che ho fatto hanno superato le donazioni. l'aiuto che ho ricevuto finora è stato tanto, ogni donazione è un incitamento eccezionale, ma devo ancora contare sull'aiuto degli amici per raggiungere l'obiettivo di 2500 euro... parlatene con i vostri amici, fate girare la voce che c'è un matto che sta pedalando fino alla Normandia per raccogliere fondi.

giorno 6
pedalati 177km (818 totali)
dislivello 307 (5492 totali)
raccolti 1489 totali (745 km donati)
bevuti 3.5 litri
fatta pipì quattro volte.

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martedì 2 luglio 2019

tappa 5 - Roanne - Nevers

volevo piatto, e piatto ho avuto. centosessanta chilometri, e le uniche salite erano i cavalcavia della ciclabile.
la valle della Loira è attraversata da una rete di piste ciclabili, ne imbocco una subito appena partito, ed è perfetta, ben tenuta, con piazzole con le panchine ogni pochi chilometri. purtroppo il temporale di ieri sera l'ha riempita di rami, e non posso pedalare rilassato come vorrei. in compenso gli alberi fanno ombra e riparano dal vento, per cui sto benissimo.
uno dei problemi è che la ciclabile non attraversa i paesi, per cui per cercare da mangiare devo lasciarla, allungando il percorso e perdendo tempo. seguendo un cartello che indicava un possibile negozio di alimentari entro in un paese fantasma: comune, chiesa, scuola, due case. niente negozio. torno indietro, dove ero passato un minuto prima c'è un furgone che vende pane: prima non c'era. prendo pizza e croissant, appena mi volto chiude e riparte. è il boulanger viaggiante.
dopo bourbon-lancy la ciclabile non c'è più, devo fare le provinciali. poco male, se non che non ci sono più gli alberi a proteggermi dal vento e dal sole, e la strada è un unico rettilineo infinito, straniante.
quando riprendo la ciclabile dopo Decize non è più bella come prima, l'asfalto è irregolare, ciuffi d'erba crescono al centro, impossibile pedalare rilassato, comincio a sentire la sella e la stanchezza.
a cinque chilometri dall'arrivo sento la bici diversa, mi fermo e controllo, ho bucato. non la riparo, la gonfio e basta: su sgonfia lentamente, abbastanza da arrivare all'albergo. quando arrivo mi dimentico di aver attaccato il computer al carica batterie, lo stacco e rompo il cavo. insomma il mio pisolino dell'arrivo (il grande piacere e dovere del ciclista) salta, tra ruota da riparare e cavo da trovare. tutto risolto, solo una perdita di tempo.
al ristorante ordino un antipasto di caesar salad e un'entrecote. il cameriere mi fa wow! hai fame?
evito di dirgli come brucio le calorie.

giorno 5
pedalati 169km (641 totali)
dislivello 218 (5185 totali)
raccolti 1458 totali (729 km donati)
bevuti 4.5 litri
fatta pipì tre volte.

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lunedì 1 luglio 2019

tappa 4 - bourgoin-jallieu - roanne

il terzo giorno, come da tradizione, il corpo risorge e fa la pace con la mente. ieri recalcitrava, non capiva perché la mente gli chiedeva ancora quello sforzo, per la seconda volta consecutiva. oggi il corpo è domato, ha capito che così è, che ogni giorno la mente gli chiederà di pedalare tutto il giorno, e in cambio gli darà da mangiare, da bere e da riposare, a volontà. in cambio la mente gli chiede fatica, ritmo e velocità, quelle tre cose che, combinate, la svuotano e la rilassano.
allora comincio a fare due colazioni, a prendere i sali, a fermarmi a mangiare ogni volta che penso al cibo, a riposarmi ogni volta che mi sento spossato, a bere continuamente. così dopo un po' di su e giù in stradine in mezzo ai campi di grano arriviamo a Lione (io, la mia mente, il mio corpo e la mia bicicletta). le piste ciclabili di Lione sono perfette, anche meglio di quelle di Parigi. bisognerebbe dire a Beppe di mandare qui qualcuno, a studiare come si fanno e a copiarle.
dopo Lione saliamo e scendiamo più volte, saliamo tra ciliegi stracarichi di frutti e scendiamo verso le torrenti attraversati da ponti fioriti.
l'ultima salita mi preoccupa, vista sul computerino sembra altissima, in realtà non è ripida ma è lunga e assolata, e assolutamente costante. l'ingegneur ha deciso che la pendenza doveva essere 4,5% dall'inizio alla fine fine? ecco, dieci chilometri al 4,5 fissi. lo so, non è tanto, ma con già più di trecento chilometri nelle gambe, e con altri 600 davanti, e con i bagagli, diventano impegnativi. ma corpo e mente hanno fatto pace, tengo il passo costante, i battiti regolari, corpo li fa salire appena serve, li fa scendere quando non serve più, mente promette di non pedalare più in discesa, e la discesa sarà la ricompensa, dopo l'ultima salita vera del viaggio.
a roanne arrivo giusto in tempo per fare il riposino di rito, e uscire esattamente nel momento in cui cui esplode il temporale. stanotte si dorme. da domani c'è la Loira.

giorno 4
pedalati 135km (472 totali)
dislivello 1527 (4967 totali)
raccolti 1407 totali (703 km donati)
bevuti 5.5 litri
fatta pipì tre volte.

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domenica 30 giugno 2019

tappa 3 - Ste Marie de Cuines - Bourgoin-Jallieu

oggi non farò una buona pubblicità a Garmin. ieri il navigatore (quello che tengo attaccato alla bici, che mi dà il percorso, la temperatura e tante altre cosine più o meno utili) si è bloccato. fermo a 59 km all'arrivo, 38 gradi, eccetera. non potevo nemmeno spegnerlo, ho dovuto aspettare che si scaricasse del tutto la batteria, per farlo ripartire. per fortuna i percorsi li ho anche sul telefono, ma mi devo fermare per guardarli.
oggi non sono riuscito a far partire il live tracking. qualcuno mi ha chiesto se avevo preso un giorno di riposo, invece ho passato la prima ora e mezzo di tappa a cercare di farlo partire, poi ho dovuto rinunciare. mi dispiace molto per chi lo aspettava, alla fine penso che sia un problema del server di Garmin, perché il mio GPS si collegava correttamente al telefono, e funzionava tutto, tranne il live tracking. spero che domani si risolva da solo.
per il resto, una bella discesa fino a Chambéry, le montagne della Savoia sono bellissime, praticamente dei boschi verticali enormi, sormontati da impressionanti faraglioni di granito. e sotto, campi di grano.
dopo Chambéry ho trovato la ciclabile che portava al lago di Bourget, dove ho mollato la bici in riva e mi sono tuffato, vestito. è stato uno dei due momenti migliori della giornata. l'altro è stato quando ero ormai preparato ad affrontare il col du chat, perché il tunnel che lo attraversa è vietato alle bici, e invece ho scoperto che accanto al tunnel delle auto c'è n'è un altro più piccolo, per le bici. 500 metri di dislivello e non so quanti km risparmiati. e nel tunnel faceva un bel fresco...
arrivato dall'altra parte si è finalmente resettato il navigatore, e ho scoperto che c'erano 41 gradi. la temperatura non è mai scesa. mai.
la ciclabile del rodano (ViaRhôna) è molto bella, a tratti ance ombreggiata, ma oggi non c'era modo di di godersela, la valle del Rodano
a fine tappa ho sentito fresco, ho guardato il GPS e diceva 38 gradi. un bel fresco, in effetti.
ora è coperto, spero che finalmente stia cambiando il tempo, sarebbe ora.

giorno 3
pedalati 160km (337 totali)
dislivello 857 (3440 totali)
raccolti 1330 totali (675 km donati)
bevuti 6.5 litri
fatta pipì due volte.









era un forno. ho fatto un altro bagno in una spiaggia su un'ansa del fiume, ho fatto un pisolino all'ombra di un enorme betulla (credo), ho chiesto da bere a una famiglia che faceva il bagno nella loro piscina gonfiabile in giardino, e i bambini si sono molto divertiti a spruzzarmi con le loro pistole ad acqua, ma gli ho rovinato il divertimento perché ero molto contento di lasciarglielo fare.

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