domenica 25 gennaio 2009

si riparte



dopo due mesi di neve, gelo e pioggia, si ricomincia. questa sosta forzata mi ha lasciato addosso una spossatezza enorme, per la prima volta ho sentito il bisogno di muovere i muscoli, di svegliarli. normalmente la prima uscita dell'anno è una violenza che subisco come una medicina amara, o come una condanna. stamattina invece mi sono infilato la tuta invernale con un senso di sollievo, per niente spaventato dal termometro che diceva 4, insistente e cocciuto.
c'è un momento in cui mi sento ridicolo, quando parto al mattino per andare in bici. è quello che va dall'uscita dal portone alla prima pedalata. togli i coperchi alle tacchette, indossa la fascia paraorecchie, il caschetto, i guanti. azzera il contachilometri, fai la spaccata per salire su quella trampolona che è la bici. poi passa.
non divaghiamo. insomma, prima uscita dell'anno per me, della vita per la bici. i chili di natale si sentono, oh, se si sentono. è come se la pancia premesse da sotto il diaframma impedendo di respirare. e ogni pedalata, quando spinge in su la coscia contro la ciambella, è un senso di colpa bulimico. il risultato è che il cuore fa una fatica bestia, non ci vuole stare nel limite. sembra di soffocare. la gamba però c'è, la testa anche. il culo meno, molto meno. in due mesi si perde l'abitudine alla sella, altroché. bene, ora so su cosa devo lavorare, so che ancora una volta, anche a quarant'anni, arriverà un momento, intorno a giugno, in cui sarò contento di come starò pedalando. e allora la pianura smetterà di sembrare una salita.
(e comunque rivolta d'adda è venti metri più in basso di milano, ora lo so)

p.s. la bici nuova è bellissima. leggera, fluida, bilanciata. morbida. piacevole. ho solo fatto la cazzata di metterci su la compatta. vedrò alle prime salite se ho fatto bene. per ora ne dubito.
(foto: barbara parolini)