domenica 28 settembre 2008

venerdì 19 settembre 2008

emozione su misura

qualcuno mi ha chiesto perché mi faccio fare la bici su misura. gli amici di martina le hanno detto che ormai ci sono telai pronti di tutte le misure, altezza per lunghezza, basta mettere su i componenti giusti e il risultato è come se fosse fatta su misura. oh, non ne dubito. a parte che non sono sicuro che l'informazione sia ancora valida se sei alto un metro e novanta, hai un'altezza del cavallo da terra di novantun centimetri e un'apertura alare di centonovantasei, sfido chiunque si compri una bici con telaio standard a riuscire a vedere la prima saldatura tra due tubi. che per inciso sono il tubo obliquo e il piantone dello sterzo. vedere quei due tubi con il bronzo della brasatura nel mezzo, appoggiato sul bancone da lavoro accanto agli stessi due pezzi della bici che il telaista si sta costruendo per sé stesso, uguale a parte le misure. c'è una bella differenza, e si che lui non è piccolo. ma visti vicini sembrano babbo e bimbo. chi ha un telaio standard mi dica se è andato dalla macchina che gli salda i tubi, a dirle aspetta, fammelo vedere finché è grezzo. chiamami prima di verniciarlo. farsi mostrare la scatola del movimento centrale, di come la modifica per togliere quella stondatura che non gli piace e farne una punta, molto più elegante. come ci punzona il suo scudetto che è il suo marchio di roconoscimento e che diventerà giallo, qualunque sarà il colore della bici.
un telaio su misura costa. io non pedalo né abbastanza né abbastanza bene per meritarmelo, probabilmente questo sarà l'ultimo che mi faccio fare, ma anche per questo è unico.

mercoledì 17 settembre 2008

proposta

santhià-biella-santhià
79 km, altimetria da vedere, ma non dev'essere proibitiva.
domenica 21, appuntamento alle 9.30 alla stazione.
rimandato, ma l'idea della data c'è.

lunedì 15 settembre 2008

15 settembre. è nata una stella

due ore che cominciano tirando fuori le foto delle medie, dell'infanzia, del matrimonio dei genitori con bartali che gli faceva da testimone. a raccontare le storie delle bici appese in negozio, come se ogni granello di ruggine o cromo avessero le loro storie da raccontare. alle misure ridiamo, sul metro e novantasei di apertura delle braccia mi chiama condor, ridiamo in tre, con l'occasionale cliente passato a salutare.
la scheda delle misure è sempre quella di chissà quanti anni fa, con la sagoma di una bici come non ne esistono più, con i manettini sul telaio e i fil de foera, come dice lui.
scrive la data. ma tu lo sai chi è nato il 15 settembre?
no, io sono ignorante, non ne ho idea. immagino qualche ciclista, ma non pensavo si arrivasse a tanto. sorrido, dico che allora la mia bici nuova nasce sotto una buona stella, lui dice 'spetta, che quella è la buona notizia, ora c'è quella cattiva. sì perché è anche il suo compleanno, di quello che prenderà dei tubi di acciaio, li taglierà e li sagomerà e li salderà per farli diventare un'opera d'arte, unica.

telaio: acciaio columbus, forcella in carbonio
gruppo: campagnolo centaur alluminio
manubrio e attacco: ritchey
ruote: fulcrum r3
sella: selle italia max flite (mi piace star comodo, sì)
pedali: look keo carbon
rapporti: 50-34 / 13-26
colore: rosso, metallizzato

domenica 14 settembre 2008

l'ambizione non è un motore

è impressionante quanto siano distruttive due settimane senza andare in bici. due settimane fa le gambe erano due ascensori, andavo in salita che era una meraviglia. piano, certo, che novanta chili di libidine e bontà mica van su come ridere, ma le gambe c'erano, il fiato c'era, il cuore pure. poi due settimane senza bici, e splat! torno a essere un blob, o poco più.
parto deciso, arrivo alla giulia in tredici minuti e mezzo. un minuto meno dell'ultima volta, in soli tre chilometri. troppo veloce, mi dico. ma ormai è tardi, il passo è quello. strano come quando si è presa un'andatura, sia difficile rallentare. infatti il cardiofrequenzimetro non perdona: tutta la salita fuori soglia. il respiro-profondo-da-apneista-yoga non mi viene già più naturale. arrivo a pianpontasco in quarantasei minuti: ancora troppo veloce, con tutta quella strada davanti dovrei gestire meglio lo sforzo... alla baracca incrocio uno dei tanti gruppetti di ciclisti della zona, gente che pedala con l'accento di un pescatore. li sorpasso alla seconda curva, non perché sia più veloce, ma perché loro son lì a raccontarsela, usano le bici come gli sgabelli del bar.
la fontanabuona è lunga ma onesta, senza strappi, vado su regolare fino alla salita della scoffera, ed è una sofferenza. non finisce più, dieci chilometri con anche lo sberleffo di due che mi sorpassano (veloooooci!) e stavano chiacchierando! io lì che mi danno e loro che chiacchierano a cinque chilometri all'ora più di me. potevano almeno fare finta di far fatica, no?
alla galleria della scoffera capisco cosa mi aspetta di là: il vento contro, freddo. tutta la discesa verso busalla è una raffica, freddo cane e vento che ogni tanto mi fa sbandare. cielo nero. in pianura la strada è bagnata, ha appena smesso di piovere. i ciclisti che incrocio hanno ancora addosso le mantelline. ormai sono quasi le due, faccio due conti sui chilometri e calcolo che non arriverei a milano prima del buio, e con questo vento contro probabilmente non ci arriverei nemmeno. però ho fatto la parte più tosta, c'è la ferrovia, l'obiettivo è di portare la bici a milano e posso farlo anche così. ci riproverò l'anno prossimo, magari con una bici nuova.

bonassola-ronco scrivia
111km
22 kmh media
154 bpm medi
4834 calorie

mercoledì 3 settembre 2008

follia

bonassola-milano.
se arrivo a tortona è un successo.

lunedì 1 settembre 2008

cinquecentodieci chilometri

16 agosto
passo del bracco
43.79 km
2h 26m
18 kmh
160 bpm, 2299 cal
solita cosa, solito giro per prendere coscienza dei miei limiti. partire a freddo dal paesello è sempre un trauma, il primo pensiero è sempre che la corona del 42 è una gran fregatura.
sulla salita, appena entrato nella pineta che porta a pianpontasco, c'è un gruppo di forestali che sta abbattendo i pini più vicini alla strada. non so perché lo facciano e non ho fiato per chiederlo, ma è una gran tristezza vedere quei tronchi caduti. il profumo della resina che ne esce è buonissimo.

18 agosto
portovenere
78 km
3h 04m
21.67 kmh
148 bpm, 3091 cal

bella la val di vara, bosco e ciclisti. e non è male anche la soddisfazione di arrivare sul molo di portovenere in bici, in mezzo ai turisti. solo che non avevo previsto che per uscire dal paesello ci sono duecento metri di salita da rampa del box... a occhio almeno 16%, forse più. ma con calma e polmoni, si fa tutto. una bambina in carrozzella mi guarda e mi indica alla mamma.

19 agosto
genova
98.86 km
5h 02m
19.55 kmh
149 bpm
4021 ca
sempre per la serie cosa non fa un genovese per risparmiare. tutto sommato è una passeggiatona, a parte il solito bracco-collo-di-bottiglia, c'è il piattume trafficato di sestri-chiavari da dimenticare. le salite di chiavari e della ruta sono toste per il sole, ma niente di proibitivo. a parte la telefonata di lavoro che arriva a mezza salita... 'somma.
la parte più bella è l'ingresso a genova, dopo che a nervi l'aurelia si sdoppia: chi va di fretta prende corso europa, chi va in bici resta sulla costa e si fa i golfetti, sacrificati sotto la ferrovia, ma in cui si respira ancora l'aria della genova che non c'è più, quella fatta di paesini di pescatori, che non sapevano di vivere in città.
21 agosto
passo cento croci
121 km
6h 00m
20.13 kmh
144 bpm
5398 cal

adoro quel posto. adoro quella salita. giù l'alta val di vara salicchia da carrodano a varese ligure, rinfrescata dal fiume (fiume... beh) e i boschi. conosco la fontanella prima di san pietro, è preziosa per la salita che viene dopo. vedo parecchi ciclisti acconciati in modo strano: bici da corsa con un minibagaglio e le luci. van piano, qualcuno mangia, mangio anche io per non restare a secco in salita. a varese faccio tappa in piazza, anche solo perché è bella. i bar si sono organizzati con le rastrelliere per le bici, siamo lì in tanti a fare campo base per la salita alla vetta, manco fosse l'everest. uscendo da varese ligure incrocio gente che scende, loro la salita l'han finita, son tornati indietro e sorridono. mi fanno un cenno, che non è quello abituale tra i ciclisti: è più di gioia, dice vai avanti che è bello e torni contento. salgo regolare, la salita sembra più facile di quanto ricordassi. mi aiuta il panorama, qui è splendido: la valle che si allarga in alto a formare i pascoli, monti ovunque, il mare si sa che c'è ma non ci si pensa più, qui è zona di montagna. cerco il passo aiutandomi con i generatori eolici, scruto in alto cercando i falchi, qui capita spesso di vederne. tengo il conto alla rovescia dei chilometri della salita. a tre chilometri, quando dopo una curva finisce il bosco e il castagno cede il passo all'abete, vedo il passo davanti a me. mi accorgo che sto sorridendo. pedalo, respiro, e sorrido. a un chilometro mi sorpassa uno di quelli col bagaglio, mi chiede quanto manca, anche se vedo che pedala in scioltezza. lo rivedo in cima, è lì con altri che chiacchierano, mi avvicino e chiedo, stan facendo la mille miglia: milano-roma-milano passando per tutti i passi appenninici. gli chiedo se faranno tappa a parma, dicono no, non ci sono tappe. si va avanti finchè ce la si fa. ecco il perché delle luci... il tipo avrà sessant'anni e un fisico perfetto. faccio foto a loro, loro fanno foto a me. sosta di pellegrinaggio al monumento ai partigiani, e si ridiscende. quelli che incrocio che stan salendo hanno la stessa espressione che sento su di me: sorridono.

alla fontanella incontro un altro dei pazzi della mille miglia: viene dalla bulgaria apposta per la gara, non ha mai fatto il cento croci, l'ha visto solo in televisione. mi chiede com'è. è bello, gli dico. è una salita bellissima, ti piacerà.

23 agosto
passo del bracco
43.79 km
2h 10m
20 kmh
148bpm, 2100 cal
ogni volta mi stupisco di come l'allenamento si noti nel cuore. stessi chilometri della prima uscita, due chilometri all'ora in più, un quarto d'ora di meno, 12 battiti al minuto in meno. magari riuscissi a farlo tutto l'anno...

25 agosto
pisa
124 km
4h 30m
27,55 kmh
148 bpm, 4300 cal
bellissimo giro, neanche tanto difficile. passato il bracco è tutto dolce saliscendi fino a carrara, poi piatto (e neanche tanto bello una volta in versilia). occhio a non farsi buttare sulla tangenziale di viareggio: non è vietata, è l'aurelia. ma è come un'autostrada, solo senza corsia d'emergenza. poi c'è la pineta, bella. incrocio cipollini che va dall'altra parte. lo riconosco mentre mi saluta, inconfondibile. dopo cinquanta metri c'è una prostituta, con le tettone di fuori, tutta eccitata mi grida: oh, hai visto? era cipollini! le sorrido e la saluto.
a pisa mi tolgo la voglia di entrare in piazza dei miracoli in sella. troppi giapponesi, rischio di andare in terra ma chissenefrega. in stazione chiacchiero con un barbone e una punk, mi chiedono della bici. poi dimentico la carta di credito nella macchinetta dei biglietti della stazione, genio...

morale: il modo migliore per raggiungere un obiettivo è darsene di facili... :-)