domenica 30 novembre 2008

alba rosso acciaio



entro e mi prende in giro. te sé chi a far cusè, mi dice. cosa sei venuto a fare? lo guardo, sorrido e non capisco. mi sento idiota, lo scherzo è riuscito. te vedet minga la tua bicicléta? la ghé no! la vedi la tua bicicletta? non c'è! mi guardo intorno, non la vedo. si avvicina, prende il bastone con l'uncino e va verso l'uscita. era lì, appesa proprio sopra la porta. le sono passato sotto senza vederla.
la guardo e non oso salirci. la guardo. le saldature sono morbide e liscie, perfette. le congiunzioni della scatola del movimento centrale e dello stringitubo sono sinuose, le ha limate per dargli una forma più elegante. sembra l'immagine della leggerezza, ancora prima di sollevarla. non è la bici più leggera del mondo, anzi è pure pesante per gli standard di adesso, ma se volessi una bici leggera prima dovrei perdere i chili di troppo, quindi due chili in più o in meno non mi cambiano nulla.
gli dico che è bella. fargli i complimenti mi sembra una presa in giro, da uno che di bici capisce poco come me. invece è soddisfatto. non è il massimo perché sui componenti volendo si poteva spendere di più, ma il telaio è uno di quelli di cui sono più contento. gli è piaciuto farla, me ne accorgevo quando andavo a trovarlo e vedere i progressi, dall'orgoglio un po' infantile con cui mi faceva vedere i tubi che stava limando.
ci salgo su, mi fa pedalare all'indietro mettendomi i pollici sul bacino per controllare l'altezza della sella, è perfetta, senza doverla nemmeno cambiare di un millimetro. si mette di lato, guarda la posizione delle braccia, delle spalle. il ginocchio. posizione perfetta.
non vedo l'ora di provarla. regola di vita: mai comprare una bicicletta a fine novembre, impazzirai nell'attesa di una giornata di sole per andare a usarla come si deve.

p.s. quando vuoi venire a milano a provare a girare nel velodromo, non hai bisogno di portarti la bici, che ora ne ho due e credo che l'altra possa andarti bene.