lunedì 14 settembre 2009

su e giù per i colli del mincio

e mincio, che colli! per scaldarsi, la salitella del colle di san martino della battaglia, quello con la torre con la bandierona italiana che si vede dall'autostrada. a seguire la rocca di solferino, che ne vale veramente la pena, con tanto di visita all'ossario e al memoriale della croce rossa. ecco la salita è breve, ma talmente ripida che la croce rossa in cima ci vuole davvero (battutona tristissima). comunque, questo è il posto dove è nata l'idea della croce rossa, in mezzo a quarantamila morti. in un giorno solo, eh. un'enormità.
poi c'è la battaglia di goito, quella del ponte semidistrutto, con una sola spalletta che resta su e che regge l'attacco dei bersaglieri, al loro battesimo del fuoco. peccato che goito sia in pianura, non c'è la collinetta col monumento in cima, e la cosa oggi perde un po' di poesia. in compenso accanto al ponte c'è un antico mulino, dove vale la pena fare due passi.
la macchina del tempo continua fino a curtatone, alle porte di mantova. a mantova è bene arrivare durante il festival della letteratura, possibilmente sapendo che c'è un'amica con cui mangiare un panino, fare due chiacchiere e ridersela anche un po' addosso per la tenuta da ciclista. in effetti solo tra ciclisti non ci si prende in giro per la tenuta da ciclisti. credo che per i carabinieri sia più o meno uguale.
lasciata mantova inizia il bello: si sale fino a roverbella e valeggio sul mincio con l'intenzione di passare da monzambano per finire il giro delle battaglie, peccato che a valeggio le indicazioni le abbiano rubate gli austriaci, e ci si trova persi dalle parti di custoza, che è una zona veramente ma veramente bella. lì c'è anche la storia del tamburino sardo, che potete anche cercarvela da soli tanto è famosa. insomma custoza è piaciuta così tanto che di battaglie di indipendenza ne ha avute addirittura due. lì si conferma la regola che le battaglie importanti si combattono sui colli o sui ponti, e oggi quei colli sono circondati da vigne e sormontati da cipressi, con al centro una torre o un obelisco. ciclisticamente vuol dire salite dure, per fortuna brevissime. valgono la pena, tutte.
insomma da custoza il ciclista ormai smarrito non ha alternative, deve seguire le indicazioni per l'autostrada più vicina, in modo da seguire la statale che le corre a fianco e capire se peschiera è a destra o a sinistra. scoprirà che è a sinistra, avendo sbagliato rotta di una quarantina di chilometri. l'intenzione originale era di fare novanta chilometri, si troverà ad averne fatti centotrenta: il modo migliore per superare i propri limiti è sbagliare strada.

giro delle battaglie del mincio
128,52 km
5h 12m
24,67 kmh
53 kmh max
711m dislivello
158 bpm medi