domenica 10 novembre 2013

jodhpur 2

dicono che sia la città blu, delle pietre e dell'argento. ieri avevo visto solo sterco di vacca e paccottiglia. oggi ho dedicato la giornata alla visita del forte, e mi son ricreduto. il concierge (parla perfettamente inglese francese tedesco, è rasato a zero e ha l'orecchino, quindi merita il titolo) era molto stupito che oggi volessi vedere solo il forte. qui sono abituati a gente che arriva, vede il forte, dorme e riparte. io che mi fermo tre notti sono uno strano.

continuando il discorso di ieri sui turisti, c'è solo una categoria peggiore dei turisti occidentali: il turisti indiani. si muovono a mandrie, composte o da una singola famiglia (di almeno 10 persone) o di interi villaggi, e in tal caso si identificano facilmente perché hanno tutti lo stesso cappellino, come un bambini delle elementari in gita.
in ogni caso, occupano completamente lo spazio. vedere in una stanza di museo con loro è impossibile. stai guardando un dipinto, e loro sgomitano per starti davanti, ti spingono indietro fisicamente! aspetti il tuo turno per affacciarti alla soglia della sala del trono, e loro non se ne vanno più. stai per scattare una foto, e ti si mettono davanti. non uno, eh tutti!
leggi un pannello esplicativo sui diversi tipi di sciabole, e loro si mettono a darsi le sciabolate davanti a te... e la parte più molesta è quando il capogruppo decide che è il momento di andarsene, e non si limita a urlare chalo! chalo!, ma cava di tasca il fischietto e fischia un rigore! un fischietto! in un museo! transumano nella stanza successiva dopo aver avuto il tempo di fotografare tutto, e di vedere niente. cerco di approfittare dei pochi secondi di pace prima dell'arrivo della prossima comitiva.

il palazzo del maharaja è notevole, enorme e intarsiato come una torta di panna. pavimenti di marmo bianco e muri lucidati a pietra, baldacchini e portantine in argento e oro, cuscini e specchi ovunque. il palazzo è in ottimo stato, e una parte è abitata dai discendenti dell'ultimo maharaja, che ancora oggi mantiene il discendenti di un uomo fatto murare vivo nelle fondamenta per buon auspicio, nel 1400. affacciandomi ai bastioni penso che allora anche la vista della città dev'essere identica a com'era nei secoli scorsi, tranne (forse) i clacson dei tuc-tuc e le poche antenne satellitari.
vista dall'alto jodhpur è davvero blu. sembra quasi bella dall'alto. forse è questo il senso dei moderni grattacieli di mumbai: stare lontani dalla povertà che c'è sotto, per sentirsi ricchi e pensare che la città sia più bella della realtà.

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