domenica 6 novembre 2011

chennai-madurai

non ci siamo fidati ad andare a kanchipuram per paura di non riuscire a rientrare in tempo per il treno. la stazione dei pullman e' 10 km fuori dalla citta', e avremmo dovuto fare un cambio con il bus urbano sia all'andata sia al ritorno, con il rischio di perderci. perdersi e' bello, ma bisogna avere il tempo per farlo.
ripieghiamo sul tempio di kapalishvara, molto bello perche' sembra un luogo di riposo anziche' di culoto. non ci sono occidentali, possiamo circolare in tutto il tempio tranne che nello scrigno centrale, riservato agli indu', per entrare abbiano dovuto togliere le scrpe, abbiamo capito che il modo giusto e' comprare dei fiori alla bancarella di una donna, e lasciare a lei le scarpe. ci vende due corone di gelsomini e ci regala un loto rosa.
nel cortile del tempio chiacchieriamo a gesti con due donne, assistiamo a un matrimonio, un gruppo di ragazzi vuole farsi le foto con noi. giriamo tra le vacche sacre a cui gli indu' toccano il culo per benedizione, e pregano. il problema e' che non sappiamo cosa fare dei fiori, lasciamo il loto tra i lumini votivi davanti al toro nandi, che sta sempre li' ad aspettare l'uscita del suo padrone shiva. le corone invece le affidiamo ad un brahmino, sapra' lui cosa farne. le riceve senza un cenno, dopotutto noi non siamo indu'.
una volta fuori dal tempio l'unico rifugio dal caldo e' un centro commerciale tristissimo, praticamente un ammasso di negozietti come quelli in strada, ma su tre piani e con l'aria condizionata a mille. tristissimo, ma riusciamo finalmente a fare una sim indiana, ora possiamo telefonare e andare in internet.
prendere il treno in india e' decisamente un'esperienza da fare. la nostra classe, la sleeper class, ha tre cuccette a castello, la piu' bassa e la piu' al;ta sono fisse, quella di mezzo si abbatte e fa da schineal quando si sta seduti. oltre il corridoio ci sono altre due cuccette sovrapposte, longitudinali al treno. non ci sono scompartimenti. saliamo sul treno al buio, troviamo i posti con la torcia. vicino a noi un signore gentile ci spiega che lui lega sempre la valigia con catena e lucchetto, e prenota la cuccetta piu' alta. cosi' dorme tranquillo, dice. noi non abbiamo lucchetto, le nostre cuccette sono in basso.
salgono altri due signori altrettanto distinti, sono due colleghi che si sono incontrati in treno per caso. sono molto curiosi, ci chiedono di dove siamo, se in tutta europa c'e' la stessa moneta, se parliamo la stessa lingua, se scriviamo con gli stessi caratteri, e come sono i treni italiani in confronto a quelli indiani. il treno e' molto vecchio e malandato, ma meno peggio di quel che temevo. la finta pelle dei sedili e' intatta, annerita e macchiata dall'uso, ma non troppo sporca per sdraiarcisi. siamo gli unici stranieri in tutto il vagone. fortunatamente scendiamo all'ultima fermata enon dobbiamo stare all'erta per non perderla. cristina non e;' a suo agio e restiamo seduti, mentre tutto il treno si mette a dormire. poco a poco ci troviamo semisdraiati e scomodissimi, decidiamo di aprire le cuccette, con il risultato che io dormo discretamente ma cristina no.

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