levataccia alle cinque del mattino per prendere il treno alle sei. anche questa volta in sleeper class, ma senza prenotazione. il treno si riempie in un paio di fermate, davanti a noi una ragazza dai modi educati e il padre. sul treno passano continuamente i venditori di caffé e di chai, che recitano continuamente la litania: chai, chai, chai, senza sosta, come un mantra. non scendono nemmeno quando il treno parte, continuano sempre a incrociarsi con i lodo bidoni di latta, i bicchieri di carta e i loro mantra: coffee, coffee, coffee, chai, coffee, chai, chai, chai. io li guardo passare, e loro quando se ne accorgono si fermano e mi guardano con aria interrogativa: chai?
il padre compra due bicchiedi di chai per la figlia e per sé. lei tira fuori dei biscotti e li offre al padre e alla bambina in braccio alla madre, seduta accanto a noi. viaggiamo comodi ma il viaggio è lungo, controllo i nomi delle femrate sulla cartina per passare il tempo e collegare il panorama ai luoghi.
a una fermata la ragazza saluta educatamente il signore e scende. non era il padre, non si conoscevano. erano solo seduti vicini, e hanno viaggiato insieme. un indiano non è mai solo nelle cose che fa, le fa insieme alle persone che ha vicino. viaggiare insieme è chiacchierare, assicurarsi che tutto vada bene, bere un chai insieme, interessarsi alla persona che ti sta accanto e che fa con te un pezzo di strada. un pezzo di vita. per quello, per quel momento, quella persona è importante.
a coimbatore il caos, l'inquinamento, il rumore ci ricordano che siamo tornati in tamil nadu, e rinunciamo a cercare la fermata dell'autobus per mettupalayam, contrattiamo il prezzo di un taxi. circa 10€ per 40km. il traffico è il più allucinante che abbiamo visto finora in india, e le strade le peggiori. chilometri senza nemmeno un metro di asfalto, nonostante il caldo teniamo chiusi i finestrini per non far entrare la polvere. è talmente fitta che per un tratto non si vede nulla, la polvee è nebbia e vediamo appena la macchina davanti. all'arrivo il tassista ci chiede 50 rupie in più per il traffico. mi dico che sono solo 75 centesimi, e glieli do. scopriamo che il tassista è il fratello della receptionist del nostro albergo. son tutti fratelli, in india.
mettupalayam non è altro che un incrocio, una stazione e una ventina di alberghi catapecchia, che danno l'impressione di esistere solo per i turisti che devono prendere il nilgiri express all'alba. se qualcuno si ferma due notti, è perché non è riuscito a trovare posto sull'unico treno, alle sette del mattino.
su consiglio della receptionist-sorella-del-tassista andiamo subito a fare i biglietti per domani. siamo in waiting list, e abbiamo quaranta persone davanti. la receptionist ci spiega che non c'è problema, dobbiamo solo andare in stazione alle cinque e mezza a metterci in coda, perché ci sono solo tre vagoni: uno di prima classe, uno di seconda e uno per quelli come noi, senza prenotazione. ci dice che è sicura che riusciremo a prendere il treno. nonostante la prospettiva di levataccia, tiriamo un sospiro di sollievo.
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