sabato 12 novembre 2011

alapunzha-mettupalayam

levataccia alle cinque del mattino per prendere il treno alle sei. anche questa volta in sleeper class, ma senza prenotazione. il treno si riempie in un paio di fermate, davanti a noi una ragazza dai modi educati e il padre. sul treno passano continuamente i venditori di caffé e di chai, che recitano continuamente la litania: chai, chai, chai, senza sosta, come un mantra. non scendono nemmeno quando il treno parte, continuano sempre a incrociarsi con i lodo bidoni di latta, i bicchieri di carta e i loro mantra: coffee, coffee, coffee, chai, coffee, chai, chai, chai. io li guardo passare, e loro quando se ne accorgono si fermano e mi guardano con aria interrogativa: chai?
il padre compra due bicchiedi di chai per la figlia e per sé. lei tira fuori dei biscotti e li offre al padre e alla bambina in braccio alla madre, seduta accanto a noi. viaggiamo comodi ma il viaggio è lungo, controllo i nomi delle femrate sulla cartina per passare il tempo e collegare il panorama ai luoghi.
a una fermata la ragazza saluta educatamente il signore e scende. non era il padre, non si conoscevano. erano solo seduti vicini, e hanno viaggiato insieme. un indiano non è mai solo nelle cose che fa, le fa insieme alle persone che ha vicino. viaggiare insieme è chiacchierare, assicurarsi che tutto vada bene, bere un chai insieme, interessarsi alla persona che ti sta accanto e che fa con te un pezzo di strada. un pezzo di vita. per quello, per quel momento, quella persona è importante.
a coimbatore il caos, l'inquinamento, il rumore ci ricordano che siamo tornati in tamil nadu, e rinunciamo a cercare la fermata dell'autobus per mettupalayam, contrattiamo il prezzo di un taxi. circa 10€ per 40km. il traffico è il più allucinante che abbiamo visto finora in india, e le strade le peggiori. chilometri senza nemmeno un metro di asfalto, nonostante il caldo teniamo chiusi i finestrini per non far entrare la polvere. è talmente fitta che per un tratto non si vede nulla, la polvee è nebbia e vediamo appena la macchina davanti. all'arrivo il tassista ci chiede 50 rupie in più per il traffico. mi dico che sono solo 75 centesimi, e glieli do. scopriamo che il tassista è il fratello della receptionist del nostro albergo. son tutti fratelli, in india.
mettupalayam non è altro che un incrocio, una stazione e una ventina di alberghi catapecchia, che danno l'impressione di esistere solo per i turisti che devono prendere il nilgiri express all'alba. se qualcuno si ferma due notti, è perché non è riuscito a trovare posto sull'unico treno, alle sette del mattino.
su consiglio della receptionist-sorella-del-tassista andiamo subito a fare i biglietti per domani. siamo in waiting list, e abbiamo quaranta persone davanti. la receptionist ci spiega che non c'è problema, dobbiamo solo andare in stazione alle cinque e mezza a metterci in coda, perché ci sono solo tre vagoni: uno di prima classe, uno di seconda e uno per quelli come noi, senza prenotazione. ci dice che è sicura che riusciremo a prendere il treno. nonostante la prospettiva di levataccia, tiriamo un sospiro di sollievo.

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