lunedì 31 ottobre 2011

dharavi

a proposito di dignita', la lezione di dignita' e' daravi. persone che non hanno nulla, che vivono ammassate - la piu' alta concentrazioneumana di tutta l'india - e che ti guardano pasasre, che si lasciano guardare, tu ricco turista occidentale curioso di disperazione, e sostengono il tuo sguardo con orgoglio, senza mostrare fastidio.
daravi e' lo stomaco di mumbai. tutto digerisce, tutto trasforma e restituisce, convertendo spazzatura in materia prima, e ne nutre i suoi abitanti. nata su una discarica abusiva, abitata da chi in quella discarica cercava sostentamento, e' diventata un enorme centro di riciclaggio. plastica, metallo, stracci, cuoio. qui tutto rinasce. anche le macchine necessarie per il lavoro nascono qui, da metalli riciclati, costruite da operai strettamente privi di specializzazione. non esiste sicurezza del lavoro, esiste solo lavoro, dodici ore al giorno per centoventi rupie. un euro e ottanta.
jee rash, la nostra guida, e' uno di qui. nato in un altro slum, si paga il college facendo la guida. lavora per la reality tours, una ong che investe l'80% del costo della visita in scuole per i ragazzi del ghetto. insegnano informatica e inglese. l'inglese e' necessario per andare al college. l'informatica per lavorare nei call center: i call center inglesi sono tutti qui, ormai.
i corsi costano 500 rupie, che vengono restituiti alla fine del corso, con il diploma. li aiutano a cercare lavoro, gli insegnano a sostenere un colloquio. raddoppiamo la mancia consigliata, siamo felici di aver partecipato in qualche modo, anche solo con la nostra curiosita'.
curiosita' ricambiata, anche qui. donne e bambini (gli uomini sono in centro a fare i tassisti, venditori ambulanti e poliziotti) scrutano ********  divertiti, in una piazza una signora ci ferma, vuole sapere perche'. le spiego con parole mie, e' soddisfatta a sentire che non e' rasata per moda, ma per un suo motivo, personale e intimo. ci sembra di aver ricambiato in qualche modo, la loro attenzione per una volta e' pari alla nostra. siamo uguali, per un momento.

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