domenica 30 ottobre 2011

mumbai

che noia cinque ore si scalo a heathrow. abbiamo girato tutti i risoranti, fatto merenda al giapponese, vagato tra pret a manger (ho scoperto con disappunto che e' di mcdonalds), sbavato per i bagels, scrutato starbucks, per poi morire di birra e patatine in un simil pub aeroportuale.
il bello di ordinare i pasti speciali per i voli (kosher io, vegano ********) e' che ti servono per primo sotto gli sguardi invidiosi dei vicini. il brutto e' che poi devi aspettare lo sparecchiamento generale prima di addormentarti, cullato dai sobbalzi dell'aereo e nell'ottundimento della birra di rito.
quando mi sono svegliato eravamo sul deserto tra iran e pakistan, dove alessandro passo' tornando dall'india (la sua unica sconfitta) con il suo esercito, perdendone meta' per le fatiche e la scarsita' di acqua.
a mumbai fa caldo ed e' molto umido, ma si sopporta bene. il ragazzo vicino a noi sull'aereo diceva che e' la stagione migliore per visitare l'india, perche' e' fresco. ci sono trentadue gradi.
l'impatto con l'india non e' drammatico come tutti mi avevano detto; forse essere reparato al peggio aiuta. e' come la medina vecchia di marrakech, ma infinitamente piu' grande e affollato. la gente e' tantissima, lo spazio vitale e' minimo, sia per le persone sia per le auto. non deve farti paura avere qualcno che ti cammina accnto toccandoti spalla a spalla. quando ******** rimane indietro di trenta centimetri, c'e' subito un indiano che si infila nel mezzo. la stessa tecnica dei taxi, appena c'e' un metro lo occupano strombazzando.
tutti vendono di tutto, a chiunque. chi ha solo una bilancia si fa pagare per far pesare i passanti. chi ha una stuoia fa pagare le persone che ci si vogliono sdraiare sopra. chi non ha niente ti prende i bagagli e te li carica nel taxi, e ti chiede la mancia. chi ha una caramella alla menta te la mette in mano e ti chiede la mancia. la mia impressione e' che non conti tanto il valore del servizio o del bene, quanto il fatto che chi lo vende, con quei soldi ci deve vivere. cosi' l'unita' di misura per queste cose sono 100 rupie, circa un euro e mezzo.
l'altra impressione e' che la gente paghi un po' di piu' per cio' di cui non ha strettamente bisogno. dev'essere un modo per far girare i soldi. come se ognuno si facesse carico di qualcun altro, attraverso la parvenza di un lavoro per salvaguardare la propria e altrui dignita'.
forse anche io potrei far pagare la gente per guardare ********: sembra la principale attrazione di mumbai, oggi. donne e intere famiglie si dan di gomito per voltarsi a guardarla. per un po' sorridiamo di rimando, poi li ignoriamo, ma non ci siamo ancora abituati. sara' un mese lungo.

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