martedì 1 novembre 2011

mumbai-aurangabad

che nottata. la partenza da mumbai è stata allucinante. accanto all'ufficio della reality travel abbiamo l'ufficio della red bus, ne abbiamo approfittato per avere una conferma del punto di partenza del pullman, e il ragazzo che era li ci ha confermato tutro, consigiandoci di muoverci due ore prima col taxi, per evitare rischi. siamo arrivati con un'ora e mezza di anticipo, abbiamo trovato un ristorante di lusso e ordnato poco più di pane e coperto. giusto per sederci e usare il bagno.
nel punto dove ci aveva lasciato il taxi c'erano molti bus in partenza, tra il lussuoso e il fatiscente. nessuno della nostra compagnia. dall'altra parte della piazza c'era il posto indicato sul biglietto, ma né bus né gente in attesa. dieci minuti dopo l'orario di partenza un tassista ci è venuto incontro, si è offerto di telefonare e ha recuperato il numero di cellulare dell'autista, che gli ha detto che era in ritardo e che avrebbe fermato da un'altra parte!! a parte la gentilezza del tassista e di un ragazzo che ci ha accompagnati al posto giusto, se il bus fosse stato puntuale l'avremmo perso!
insomma dopo lo stress e la paura di restare a piedi e unadiscussione con l'autista che non era convinto dei bagagli o dei posti o dei biglietti - non parlare hindi può essere un problema se sul biglietto c'è scritto che si declina ogni responsabilità per la maleducazione degli autisti - alla fine siamo saliti.
la cuccetta era tutto sommato comoda, anche se pensata per l'altezza media degli indiani. ragionevolmente sporca, ma niente di insopportabile se dormi vestito e hai il tuo cuscino gonfiabile da viaggio. il problema sono stati il traffico, le buche, le soste (a motore spento quindi sonza aria condizionata), o bambini piangenti. in pratica io ho dormito, cristina no. ad aurangabad siamo dovuti scendere di corsa, resistere all'assalto dei tassisti di motorisciò, ancora con i cuscini gonfi in mano, con cristina senza lenti a contatto. solo ora mi rendo conto della follia di farle attraversare la strada senza lenti. qui non esistono regole. le macchine ti fanno passare solo se ti ci butti contro. la tecnica che abbiamo sviluppato è di rimanere attaccati a un indiano: quando lui va noi andiamo, quando si ferma noi ci fermiamo.

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