domenica 13 giugno 2010

sarajevo-mostar


sulla cartina sembra tutto semplice e bello, sarajevo è una città allungata sul fiume miljiacka, basta seguirlo verso sud per imboccare la statale per mostar. e invece all'uscita dalla città la sorpresa: la statale diventa una superstrada, con tanto di cartello di divieto. due corsie senza corsia d'emergenza. torno indietro, cerco un'alternativa, ma non trovo niente. entro a chiedere da un benzinaio, che è a cavallo tra la stradina delle casette e la superstrada. mi conferma che l'unico modo è passare per la highway, ma che finisce dopo a couple of miles. vedo che entrando in superstrada dal benzinaio non c'è divieto, e decido che non è una superstrada, e se mi ferma qualcuno almeno ho qualcosa a cui appellarmi. percorro i cinque chilometri di pura follia a velocità da motorino, in apnea. per fortuna c'è poco traffico. il tempo sembra clemente, ci sono nuvoloni che non minacciano pioggia ma riparano dal sole. i primi cinquanta chilometri sono piacevoli, so che mi aspetta un passo a 1000m, ma sarajevo è già abbastanza alta, per cui la salita è anche piacevole, a parte gli ultimi due chilometri, dove la strada si allarga ed è esposta al sole. in cima c'è una sorgente, io ho fatto buona scorta di acqua e non mi fido, anche se c'è un bosniaco che è salito con la famiglia e i bottiglioni a prendere l'acqua di sorgente, e dice che è buona. quando scopre che sono italiano vuole chiacchierare, dice che ha un fratello a senigallia, parla un po' di italiano. ci metto un po' a capire che siamo stati a konjic a mangiare cevapi vuol dire stiamo andando, e che mi sta invitando a pranzo. dice che sono ancora venti chilometri, e mi conferma che è tutta discesa. dopo il ponte a destra, dice. la cosa mi diverte, e accetto volentieri di mangiare e chiacchierare con uno del posto.
la discesa è entusiasmante. sarà che tra onu, nato comunità europea e unesco la bosnia è tutta ricostruita, ma le strade sono le più belle che ho trovato da quando son partito, l'asfalto è perfetto e sono belle larghe. anche il parco macchine è decisamente più moderno che in serbia, mi affumico di meno e ho l'impressione che gli automobilisti siano anche più educati e mi passino più lontano. ma forse è solo un'impressione che voglio avere. il mantra del giorno è che la civiltà di un popolo si vede da come rispetta i ciclisti. comunque il cartello dopo il passo segna una discesa al 9%, mi butto senza frenare, con il limite a 40 vado a 65, le macchine non mi stanno dietro e per fortuna non ne incontro nemmeno davanti, avrei l'imbarazzo di doverle sorpassare. forse arrivo a konjic troppo presto e il tipo non mi aspettava ancora, fatto sta che faccio quattro giri del paese (insignificante, ma con un bel ponte trecentesco sulla neretva) e non lo trovo. fuori da un locale che fa cevapi vedo una macchina che potrebbe essere la sua, mi fermo a mangiare ma non si fa vivo. caro amico bosniaco, se mai leggerai queste righe sappi che io c'ero!
dopo konjic passo un colle e sono sulla discesa della neretva, che mi porta fino a mostar. la parte alte della valle è spettacolare. il paesaggio cambia completamente, sembra di essere sulle dolomiti: una stretta gola circondata da vette rocciose verticali, sono a solo 200 m di altitudine ma ci sono cartelli che indicano le piste da sci. purtroppo la strada spiana dopo una ventina di chilometri, ci si aggiunge il vento contro e nonostante la bellezza del paesaggio l'arrivo a mostar è una tortura di caldo. nonostante abbia acqua a sufficienza mi fermo tre volte in tre baretti a prendere una limonata. da queste parti si usa quella vera, limone acqua ghiaccio zucchero, ed è buonissima.

sarajevo-mostar
141 km
6h 27'
21,89 kmh medi
64 kmh max
803m dislivello
141 bpm medi

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