lunedì 31 maggio 2010

duino-postumia

e il temporale mi prende al mattino, dopo aver fatto disastri tutta la notte, al mattino mi lascia una pausa giusta giusta per fare colazione, e poi riprende duro. preparo tutto come se non piovesse, per essere pronto, poi mi sdraio a leggere e ad aspettare. parto un'ora e mezza più tardi di quel che speravo. niente di male, se arrivo in tempo per vedere le grotte.
passo uan frontiera ormai dimenticata, la zona franca è ormai terra di nessuno: trenta metri di buche tra gli asfalti precisissimi di italia e slovenia. il paesaggio mantiene le promesse del carso: arbusti, bianche pietre calcaree. doline. le doline sono belle, ma in bici sono un'illusione di discesa con un tradimento di salita. il temporale se ne va portato via dalla bora, e anche in discesa devo tenere il 42, altrimenti mi fermo. mi accorgo subito che le gambe non ci sono, ma me l'aspettavo e mi arrangio. penso a quando, cent'anni fa, mia nonna era una bambina da queste parti. è nata e cresciuta in questo paesaggio. piccole valli verdissime, quella che ora è ricchezza, la immagino un tempo come dignitosa povertà. mi chiedo come fosse, in questa zona di confine, l'interregno del regime di tito. finalmente, dopo aver scalato seicentocinquanta metri per salirne duecento, scendo nella valle del vipacco. sembra immensa, verde e tagliata a u come le valli moreniche, chiusa a nord da un'enorme scarpata bianca di calcio. un cartellone elettronico avvisa: attenzione, vento 58 km/h. mi volto a destra, e vedo lassù il passo. ovviamente il vento arriva da lì. altrettanto ovviamente, se invece dovessi scendere, il vento arriverebbe da là.
cerco un posto per mangiare prima della salita, e capisco come funziona: tre bistecche, un monte di patatine, una spettacolare salsa di peperone, nonsocosaltro e paprika, insalata coca e acqua a dieci euro. mi sa che non dimagrirò pedalando, questa volta.
la salita è zen come dev'essere. metto il cervello nei pedali e per un'ora lo lascio lì. sette chilometri all'otto per cento con il vento contro, un'ora di salita. il cuore è fisso a 165. in cima, proprio quando spiana, il vento mi investe come un muro, gli ultimi cento metri sono i più faticosi.
poi, tutto un dolce saliscendi fino a postumia, finalmente incontro qualche sparuto ciclista.
arrivo all'ostello troppo tardi, ormai le grotte sono chiuse. dopocena mi farò due conti, magari provo a passarci domattina presto, a postumia non c'è assolutamente nient'altro da vedere.

trieste-postumia
69,77 km
4h 28"
15,59 km/h medi
1142 m dislivello
152 bpm medi

5 commenti:

mare ha detto...

ciao mat!!! È bello seguirti! Un grosso grosso bacio!!! (ps ho conosciuto armando. Un grande!)

silvia* ha detto...

coca???? cmq dai è tutto come dicevi. cassandrico mio!

patty ha detto...

disgraziato, vai in slovenia e neanche mi avvisi... ero lì, a due passi, a Podkraj... quando si dice il destino... sei passato dal paese di tua nonna??

ilmatte ha detto...

il paesino di mia nonna è tipo due case... ci son passato solo vicino.
patty chi? se sapessi chi sei ti avrei avvisata

bastianella31 ha detto...

benvenuto a casa mia :-) bei viaggi che ti fai... peccato non averti incrociato dal vivo... salutissimi... davide asd gentlemen... qual'è il paesino di tua nonna???