sabato 18 novembre 2017

chauffeur

a colazione sul tetto dell'albergo (qui i ristoranti sono sempre sul tetto: dicono che sia per il panorama, ma in realtà è per allontanarsi dalla polvere e dal frastuono delle strade) sui tetti vicini c'era pieno di scimmie. erano diverse da quelle che abbiamo visto a elephanta, più grandi, con la coda lunghissima e la faccia nera. facevano anche meno casino.
è stata la prima giornata con l'autista. purtroppo con la sorpresa che non parlava neanche una parola d'inglese. in India è molto strano, l'inglese lo parlano malissimo ma lo parlano tutti. a causa delle difficoltà di comunicazione non siamo riusciti a fare deviazioni dal percorso stabilito, avremmo voluto vedere il forte di Khumbalgarh, che ha la seconda muraglia più grande al mondo, dopo quella cinese. pare che ci possano passare otto cavalli affiancati e per percorrerla tutta a piedi ci vogliano due giorni.
siamo invece passati dal tempio di Ranakhpur, dove a causa della legge che stabilisce che l'ingresso ai luoghi di culto debba essere gratuito per tutti, l'audioguida è obbligatoria e a pagamento. per fortuna è fatta molto bene e adesso sappiamo tutto sulla religione giainista. ma un primo passo verso il Nirvana.
per strada abbiamo incontrato i primi cammelli da tiro, che sono veramente giganti. i mezzi di trasporto qui sono i più disparati e non ci stupiamo più di niente.
all'arrivo a jodhpur l'autista si è rifiutato di portarci fino all'albergo, dicendo che le strade sono troppo strette. peccato che io ci fossi già stato, e sapessi che nel centro le macchine ci vanno, ma non c'è stato modo di convincerlo, né in inglese, né in italiano né a gesti.
in serata ho sentito il capo dell'agenzia, ha detto che ci avrebbe cambiato autista.
valeva il viaggio: le millequattrocentoquarantaquttro colonne del tempio di Ranakhpur, tutte istituire e ognuna diversa

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