giovedì 7 novembre 2013

mumbai 5 (sulle tracce di shantaram)

e così ieri sera sono tornato al leopold's. c'ero già stato più volte due anni fa. ma ho deciso di mangiare carne ogni tanto per tenermi in piedi, e un po' di folklore turistico ogni tanto fa bene. oltretutto è un locale storico, è centrale nell'unico libro che sto leggendo quest'anno, ed è di fronte alla centrale di polizia di colaba. mi sono guardato intorno cercando tracce dei traffici di shantaram, di facce che ricordassero quei personaggi, ma non ne ho trovati. solo fuori, in due mi hanno offerto del fumo, ma senza convinzione. molti turisti, molti indiani wannabeamerican, solo un paio sembravano abbastanza fuori posto da essere, probabilmente, a casa loro. mi rimane la curiosità di andare a vedere il piano di sopra, avvolto in un'aura di mistero, con quella porticina sempre presidiata da un buttafuori. femmina, per l'occasione.
non sono l'unico turista solitario, ma mi faccio un punto d'onore di mangiare più lentamente, di sentirmi più a mio agio degli altri due. uno è il tipico americano wannabeindian, vestito come un santone (nessun indiano veste così, il santoni vanno in giro nudi o con la loro gonnella), barba lunga e fare spaccone. sembra conosca tutti il piatti, ma riesce a sbagliare ordine e gli portano qualcosa di diverso da ciò che si aspettava. io col mio chicken tikka masala sandwich sono stracontento. nel mio piccolo. lui va via, io mi godo il mio riposo.
oggi, sempre in tema shantaram, sono andato alla centrale di polizia, proprio di fronte. proprio quella dove venne arrestato.
mi stupisco della mancanza di controlli: per entrare in qualunque edificio vengo fatto passare nel metal detector, perquisito e mi viene aperto lo zainetto. qui entro senza che nessuno mi chieda nemmeno dove vado.
trovo un ufficio con dei poliziotti che sembrano occupatissimi a far niente (altro che napoli, l'ammuina l'hanno inventata qui), entro e mi fanno accomodare alla scrivania del poliziotto figo e in borghese tipo bollywood star. è chiaramente quello che fa carriera e che suscita il rispetto e l'invidia dei colleghi. mi fa portare un pezzo di carta e mi detta la denuncia, che io scrivo con cura. poi la passa a uno dei poliziotti in divisa e mi interroga. da dove vengo, che altri paesi ho visitato,  dove andrò dopo, quali città visiterò in rajastan, in che albergo abito, quanto pago la stanza, dov'è la mia famiglia, perché non sono sposato, che lavoro faccio, quanto guadagno. qui abbiamo un problema. lui che si sente molto figo guadagna 40.000 rupie. sono 500 euro. gli sembra impossibile che io guadagni così tanto più di lui, devo assolutamente aver sbagliato la conversione. gli spiego c'è la vita a milano costa molto di più che a mumbai, che metà del mio stipendio va in mutuo, e si tranquillizza.
poi mi manda in un'altra stanza con un poliziottino in divisa che non parla inglese, e che copia il miei dati dal passaporto su un registro, con una calligrafia che ricorda il caratteri hindi. molto elegante, ma non si capisce una mazza.
si fa ripetere tre volte il numero della carta, riscrive la dichiarazione sul registro, e mentre si arrabatta con la scrittura entra un altro poliziotto (saranno sei nella stanza, tutti a fare ammuina) con una pila di bicchierini e un sacchetto di plastica pieno di un liquido beige. è l'ora del chai, che qui è ogni 50 minuti. ridono quando capiscono che so cos'è il chai, e me lo offrono. non-si-rifiuta-il-chai-da-un-poliziotto, mi ripeto mentalmente. mi preparo a una diarrea epocale, e sorseggio con loro. è pure buono, caspita.
alla fine mi danno un foglietto che certifica "to whom so ever it may concern" che ho denunciato la scomparsa della carta di credito. inutile, ma qui, al check-in, vogliono vedere la carta con cui hai pagato il biglietto.
prima di uscire il poliziotto simpatico, quello del  chai che rideva sempre, mi si avvicina e mi ciede sottovoce quanto ho pagato la sim indiana. gli dico 1800, e mi fa segno dei soldi con la mano, indicando se stesso e lo scrivano. capisco al volo e gli chiedo quanto. 200. ho corrotto due poliziotti con due euro e quaranta, perché facessero il loro lavoro. sono uscito ridendo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho capito. Un post con troppi sottointesi dai
... ma poi come lo sapevi che vogliono la carta di credito in aereoporto ?