lunedì 18 novembre 2013

jaisalmer 2 (alí babà e la serendipità)

stanotte viaggio in treno. sono riuscito ad avere una cuccetta in sleeper class, la stessa in cui avevo viaggiato due anni fa. ci sono esperienze che, fatte una seconda volta, sono molto meno traumatiche della prima. quasi rassicuranti. il bus e il treno in India sono tra queste.
ho il treno alle undici e mezzo di notte, quindi avevo tutta la giornata da passare in giro. troppo. ho un vantaggio rispetto a tutti i giovani viaggiatori che sto incontrando: ho uno stipendio. così mi sono concesso il lusso di tenere la stanza per un giorno in più, per non essere costretto ad alzarmi presto, a vagabondare tutto il giorno, a non avere un bagno mio in caso di bisogno.
così stamattina con calma ho deciso di fare un salto in stazione, per capire se il mio seater era diventato uno sleeper. convinto di poterci arrivare a piedi seguendo il GPS, ho ovviamente sbagliato strada, finendo dal lato opposto della ferrovia, dove la ghiaia viene caricata sui carri merci. praticamente uno scalo farini, infinitamente più grande e assolato. circondato da sterpaglie, con il solo rumore delle benne che scaricavanp ghiaia in una luce surreale.
quando ho deciso che non era il caso di insistere, dal nulla è spuntato un indiano con una bottiglia d'acqua, e parlando in indiano mi ha indicato un sentiero, l'ho seguito attraverso un guado, poi mi ha salutato e si è andato a nascondere nelle frasche. la bottiglia d'acqua era il suo bidet. in India non usano carta igienica.
uscendo dallo scalo mi son trovato tra cataste di pietra, massi enormi o lastre o schegge o semplici pietre. poi son comparse le gru, le seghe circolari, le seghe a nastro. i rumori, le persone. mi salutavano, stupiti della mia presenza. di sicuro ero il primo turista che sbucava dai cespugli nella zona dei tagliatori di pietra.
ho scoperto perché jaisalmer, la città d'oro, è così raffinatamente cesellata. alcuni palazzi sembrano ricoperti di merletto. da qui viene estratta un'arenaria color ocra, di grana finissima, facile da lavorare. gli scalpellini mi hanno chiamato, hanno voluto che li fotografassi, mi hanno mostrato i loro lavori più belli, mi han fatto vedere come riportano i disegni sulla pietra prima di scolpirla con martello e scalpello. mi hanno fatto vedere le pietre finite, in attesa di essere spedite a udaipur, e qualcuna addirittura in Italia.
sono andato in stazione in taxi, ed era perfettamente inutile andarci. ma se non l'avessi fatto non avrei scoperto qualcosa che non è su nessuna guida turistica.

nel pomeriggio sono andato da alí babà. è uno dei tanti negozianti del centro, vende i soliti vestiti colorati da hippie. mi ha fermato l'altro giorno, come tutti mi chiedeva di dov'ero, ma quando ha sentito Milano è scattato con una foga insolita, mi è corso dietro sventolando un biglietto da visita. dice di avere una fidanzata a Milano, lavora in una radio famosa. abbiamo chiacchierato, non ha cercato di vendermi niente, mi ha offerto un chai e mi ha raccontato della sua fidanzata italiana. così oggi son tornato, dovendo comprare delle cose è meglio da uno simpatico che da uno qualunque.
l'anno scorso gli è stato negato il visto per l'Italia, ci riproverà l'anno prossimo. ci siamo scambiati i numeri, ha voluto che scrivessi alla sua amica dal suo telefono, si è fatto una foto con il mio e l'abbiamo pubblicata su instagram. alla fine mi ha chiesto se potevo portare una cosa alla sua amica, voleva mandarle un regalo. mi si è acceso un campanello d'allarme ma ho lasciato fare, convinto che mi avrebbe dato una pashmina o altro di simile. invece mi ha lasciato solo in negozio ed è andato dal gioielliere a prendere due paia di orecchini d'argento. mi ha fatto tenerezza. chissà che storia hanno, ora son curioso di conoscere lei.

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